venerdì 28 maggio 2010

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La LombardiaLa superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 40,6%). Il restante 12,4% della regione è collinare.Sotto l'aspetto morfologico la regione viene divisa in quattro parti: una strettamente alpina, una montuosa o collinare, una pianeggiante o poco mossa suddivisa in Alta e Bassa pianura ed in fine la zona a sud del fiume Po. La regione è attraversata da decine di fiumi (tra cui il fiume più grande d'Italia) ed è bagnata da centinaia di laghi di origine naturale ed artificiale.Raggiunge il punto più elevato con il massiccio del Bernina (4050m).
Il nome, il simbolo ed il territorio della Lombardia nascondono una storia antica e tormentata, fatta di invasioni e devastazioni, divisioni e lotte ma anche di collaborazioni, coabitazioni e sviluppo. Una terra sulla quale sono passati e si sono stanziati, nel corso dei millenni, tanti popoli che, con le loro usanze e le loro culture, hanno dato origine all'attuale Lombardia. Il
toponimo deriva dal nome della popolazione dei Longobardi (Langbard in longobardo), quella popolazione di origine germanica che nel 568 invase l'Italia e fece di Pavia la capitale del suo regno (Regno d'Italia) di estensione, a suo tempo, ben più vasta di quella attuale della Lombardia.Il simbolo ufficiale della Regione Lombardia, creato da Bob Noorda, è la Rosa camuna (bianca e verde) ed è la stilizzazione di un'incisione rupestre ritrovata sulle rocce della Valcamonica, lasciata dalla civiltà dei Camuni, che testimonia la storia millenaria e la cultura antica della regione. L'utilizzo e le caratteristiche del simbolo e del logo "Regione Lombardia" sono regolamentati da un'apposita legge regionale. Il motto ufficiale della Lombardia è: "Da' aria nuova alle tue idee".
Orografia
La Lombardia per zone altimetricheIn termini geografici, la Lombardia non si può considerare un territorio unitario, nel senso di territorio delimitato da precise conformazioni fisiche, sia per la varietà di paesaggi che l'attraversano senza racchiuderla, sia perché i confini amministrativi, molto spesso, sono il frutto di complesse vicende storiche. Tuttavia è possibile delineare a grandi linee il suo territorio amministrativo attraverso rilievi, laghi e fiumi. A delimitare la Lombardia a nord si può adoperare lo spartiacque alpino tra la Valtellina e le valli del Reno e dell'Inn anche se, a volte, il confine oltrepassa il versante valtellinese. A est sono il lago di Garda ed il fiume Mincio a separare la Lombardia da altre regioni italiane; così come a sud il Po (eccezion fatta per l'Oltrepò pavese e l'Oltrepò mantovano che si estendono più a sud), e a ovest il Lago Maggiore ed il Ticino (con l'eccezione della Lomellina che sconfina verso il Piemonte) possono servire da distinguere la Lombardia dalle altre regioni. Questi confini racchiudono un territorio di poco meno di 24.000 km², rendendola la quarta regione per estensione superficiale.In un viaggio attraverso la regione, da nord verso sud, s'incontrano lungo il cammino per primi i rilievi delle Alpi, poco più a sud le Prealpi seguite da dolci colline che smussano il passaggio dalla montagna alla Pianura Padana. Proprio lungo la fascia prealpina si trovano alcuni dei più grandi laghi d'Italia (come il lago di Garda, il Lago Maggiore e il lago di Como), mentre numerosi fiumi (come il Po, l'Adda, l'Oglio, il Mincio e il Ticino) e torrenti solcano la montagne, formando strette e profonde valli, e attraversano la pianura rendendola rigogliosa di vegetazione. In una piccola area a sud dell'Oltrepò pavese si ergono colline e montagne dell'Appennino ligure.I nomi delle Alpi della Lombardia derivano tutti dalle popolazioni che, al tempo dei Romani, vivevano tra queste montagne. Le Alpi Lepontine prendono il nome dalla popolazione ligure dei Leponzi stanziata in questa zona e assoggettata da Augusto. Le Alpi Retiche dai Reti, popolazione di origine etrusca rifugiatasi nelle Alpi Centrali durante l'invasione celtica. Le Alpi Orobie dalla popolazione di origine ligure, o forse celtica, degli Orobi.Le catene montuose rivestono il 49,5% del territorio regionale e sono costituite dalle Alpi, dalle Prealpi e dagli Appennini. Appartengono alle Alpi lombarde una piccola porzione delle Alpi Lepontine e gran parte delle Alpi Retiche. Sul territorio montano della Lombardia spiccano quattro massicci orografici di rilievo: il Badile-Disgrazia, il Bernina, l'Ortles-Cevedale e l'Adamello. I primi tre sorgono sullo spartiacque tra i bacini del Reno e dell'Inn a nord e dell'Adda e dell'Oglio a sud e solo in parte si ergono sul territorio nazionale. L'Adamello, invece, sorge tra i bacini dell'Adda e dell'Adige e si trova completamente in territorio italiano. La vetta più alta delle Alpi lombarde è la Punta Perrucchetti (4020 m), nel massiccio del Bernina[1]; altra vetta importante è il Monte Cevedale, del massiccio dell'Ortles-Cevedale, che arriva a 3764 m. Il massiccio dell'Ortles-Cevedale ospita il ghiacciaio dei Forni che ha un'estensione di circa 12 km² ed è il più grande ghiacciaio vallivo d'Italia. A sud della Valtellina si stagliano le Alpi Orobie delimitate a est dalla Valcamonica e ad ovest dal bacino del lago di Como.Panorama della Valtellina dall'Alpe Piazzola nel comune di Castello dell'Acqua.Confinate ad ovest dal Lago Maggiore e a est dal Lago di Garda si trovano le Prealpi lombarde le cui vette superano di poco i 2500 m di quota. Le Prealpi sono in prevalenza costituite da sedimenti calcarei, sono più giovani delle Alpi. La loro origine sedimentaria ha permesso la formazione di solchi profondi nelle montagne, principalmente ad opera dei ghiacciai, che hanno portato alla formazione di strette e profonde valli solcate da fiumi e occupate in parte dei laghi prealpini, sbarrati verso la pianura da rilievi morenici. I rilievi morenici a sud delle prealpi, assieme alle prime sporgenze orografiche, formano quella fascia collinare (12,4% del territorio) che collega le prealpi alla pianura e che contiene numerosi laghi piccoli e poco profondi.La pianura lombarda occupa ben il 47,1% della superficie totale della regione ed è parte della Pianura padana che si estende dal Piemonte alla Romagna dalle Alpi agli Appennini. La pianura lombarda può essere suddivisa geologicamente in due parti: l'alta e la bassa. L'alta pianura è caratterizzata da materiali grossolani, molto permeabili, di origine alluvionale e presenta grossi solchi originati dai fiumi che scendono dalle montagne. La bassa pianura invece è formata da materiale argilloso, poco permeabile e declina dolcemente verso il Po. Il passaggio dall'alta alla bassa pianura lombarda è segnalato dalla presenza di riaffioramenti naturali d'acqua detti risorgive o fontanili causato dell'incontro della falda freatica proveniente dall'alta pianura con i terreni impermeabile della bassa. Questa linea ha un andamento parallelo a quello prealpino e passa per le città di Magenta, Monza, Treviglio, Chiari e Goito.Clima Il clima della Lombardia, per quanto definibile in un contesto di clima semi-continentale, si presenta molto variegato a causa delle diverse conformazioni naturali presenti sul territorio: montagne, colline, laghi e pianura.In montagna il clima è di tipo continentale con inverni freddi con frequenti giornate di gelo. A Milano città, la temperatura minore mai registrata dall'Osservatorio di Brera dal 1876 è stata di -15 °C, la maggiore di 39,3 °C nella caldissima estate 2003. La nebbia è principalmente diffusa nella parte bassa della Pianura Padana dove i corsi d'acqua abbondano e ne favoriscono la formazione. Le estati in pianura sono calde, umide, afose e moderatamente piovose. Le temperature, in tale periodo, superano i 30 °C e l'umidità può superare il 90% causando quel fenomeno di caldo umido comunemente chiamato afa, condizione aggravata dalla scarsa ventilazione tipica della Pianura Padana che è una delle zone meno ventilate d'Europa. Le perturbazioni di stampo atlantico-mediterraneo o da quelle di origine artico-russa sono le principali cause del mal tempo. La neve, abbondante sui rilievi, può cadere anche in pianura.Le zone limitrofe ai grandi laghi hanno un clima mite, più simile a quello mediterraneo che a quello continentale, con inverni meno freddi ed estati calde ma più ventilate. Queste condizioni permettono la coltivazione di ulivi e agrumi nelle zone più riparate.La fascia prealpina e l'alto Oltrepò hanno un clima di tipo temperato fresco, la media montagna alpina un clima temperato freddo e le vette un clima di tipo nivale.Ovviamente come in tutte le zone urbanizzate del pianeta le città, a causa delle loro grandi dimensioni e alla produzione di calore dovuta all'attività umana, hanno dato origine ad un innalzamento medio della temperatura locale rispetto alle campagne circostanti. Il fenomeno viene chiamato "isola di calore".Le principali stazione meteorologiche che permettono di monitorare il clima della Lombardia e che fanno capo al Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare Italiana, sono quelle di Bergamo Orio al Serio, Brescia Ghedi, Brescia Montichiari, Milano Linate, Milano Malpensa e di Monte Bisbino.NaturaGià nel 1845, quando Cattaneo scrisse questa frase, il territorio lombardo era molto antropizzato. Ciò, però, non deve trarre in inganno perché la Lombardia riserva grandi sorprese e bellezze naturali in particolare nelle tante aree protette sparse su tutto il suo territorio.La Lombardia è stata la prima regione italiana a legiferare sulle aree protette di livello regionale (1983) introducendo concetti innovativi nella tutela del territorio, istituendo parchi fluviali (il primo in Europa fu il Parco Lombardo della Valle del Ticino nel 1974), parchi agricoli e parchi locali; tutte idee ed approcci usati anche nella legislazione nazionale (legge 394 del 1991). Il sistema delle aree protette lombardo consta di 22 parchi regionali (su 26 parchi individuati dalla legge 86/83), più di 60 riserve e 18 monumenti naturali, oltre alla presenza del Parco Nazionale dello Stelvio. In totale le aree protette ricoprono più del 22% del territorio regionale.La flora e la fauna vivono principalmente nelle zone di montagna dove, a differenza della pianura, la presenza dell'uomo è meno evidente. Basta una passeggiata lungo i sentieri delle montagne della Lombardia per vedere liberi stambecchi, cervi, caprioli, camosci, lepri, volpi, tassi, galli forcelli, francolini di monte, ermellini e marmotte. Con un po' di attenzione durante le passeggiate si possono osservare rigogliosi gigli di San Giovanni, stelle alpine, viole di Comolli o quelle di Coca, le primule di Lombardia, o le primule auricola, le sassifraghe o le campanule e per i boschi s'incontrano funghi, fragole, mirtilli, lamponi e more. Attenzione: la raccolta di funghi, fiori ed erbe così come la caccia e la pesca sono regolamentate da precise normative regionali e provinciali.













Le sagre e la cultura della Lombardia

La Lombardia, terza regione italiana per superficie e prima per numero di abitanti, offre una grande varietà di prodotti tipici e una cucina improntata alla migliore tradizione. Annualmente Comuni, Associazioni, Pro Loco, Consorzi di tutela ecc. si impegnano ad organizzare eventi enogastronomici, fiere e sagre che promuovono questa ricca rosa di tipicità.

Le sagre del maiale e dell'oca in Lombardia

L'elemento più importante della gastronomia lombarda è sicuramente la carne, in particolare quella di maiale da cui si ricavano ottimi salami come quello di Varzì protagonista della "Sagra del salame di Varzì" organizzata dalla Pro Loco di Varzì a Giugno (0383.545221); ottimi salami si possono gustare anche nella "Sagra del salame" organizzata ad Inverno e Monteleone (PV) dalla Pro Loco (0382.73220) a Giugno; bandiera della gastronomia valtellinese è la bresaola della Valtellina Igp, protagonista della "Sagra della bresaola" organizzata dalla Pro Loco di Chiuro (0342.484038) a Luglio; una specialità della Lomellina è il salame d'oca che si può gustare nella "Sagra del salame d'oca" che si svolge a Mortara (PV) a Settembre (Info: Comitato Organizzatore 0384.99356-358).

Le sagre dei formaggi in Lombardia

La Lombardia ha una casearia fra le più ricche d'Italia tra i formaggi più noti c'è sicuramente il gorgonzola che viene festeggiato nella "Sagra nazionale del gorgonzola" organizzata dalla Pro Loco di Gorgonzola (MI) nel mese di Settembre; non meno importante è il Bitto DOC, raro formaggio d'alta montagna, a cui sono dedicate la "Sagra del bitto" che si tiene a Gerola Alta a Settembre e la "Mostra del bitto" organizzata a Morbegno ad Ottobre; fiore all'occhiello della regione è la produzione del Grana Padano DOP, uno dei formaggi più diffusi del mondo, a cui il comune di Goito (MN) dedica la "Fiera del Grana Padano dei Prati Stabili" a Novembre (Info: Lombardia Notizie: 0376.68332110); altro formaggio a marchio DOP è il provolone della Valpadana protagonista nel mese di Giugno della "Festa del provolone Valpadana DOP" che si svolge a Cavatigozzi (CR) per info: Consorzio di tutela 0372.30598; altri noti formaggi sono il taleggio a cui la Pro Loco di Ballabio (348.8103699) dedica la "Sagra del taleggio" ad Aprile; la mascherpa, gustosa ricotta, è protagonista nel mese di Giugno della "Sagra della mascherpa" voluta dalla Pro Loco di Gerola; la grande varietà di prodotti caseari della tradizione lombarda si può gustare nella "Festa dei formaggi" organizzata a Pavia in località Zerbolò a Marzo, per info: Centro Parco Cascina Venara 338.6320830.

Le sagre degli ortaggi in Lombardia

Anche gli orti regalano ottimi prodotti come ad esempio l'asparago a cui la Pro Loco di Cilavegna (PV) dedica la "Sagra dell'asparago" che si tiene a Maggio e la cipolla rossa protagonista della "Sagra della cipolla", che si svolge a Breme (PV) a Giugno e della manifestazione "La signora degli anelli: gastromagia della cipolla" che si svolge presso gli agriturismi del mantovano a Giugno dove sarà possibile gustare specialità a base di cipolla.


IL PANETTONE


Il Panettone, panaton in lombardo, è un tipico dolce milanese, associato alle tradizioni gastronomiche del Natale ed ampiamente diffuso in tutta Italia. Il panettone tradizionale lombardo è notoriamente quello alto, esiste anche la variante piemontese, bassa e larga.

Tipicamente ha una base cilindrica di 30 cm di altezza che termina in una forma a cupola. Basi ottagonali o a sezione a forma di stella sono più comuni per il
pandoro. È ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova o anche tuorli, al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta. Il panettone nasce a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, e ancora oggi è prodotto secondo la ricetta di 500 anni fa; a Milano fino al 900 erano in moltissimi a produrre il panettone; oggi le ditte di panettoni sono dislocate in tutta italia; a Milano rimane però la Vergani; azienda di viale Monza che produce un panettone artigianale in base alla ricetta tradizionale. Oggi il Panettone è un dolce tipico Italiano tutelato dal D.M. 22-07-2005 che ne specifica gli ingredienti e

le percentuali minime per poter essere definito tale.



IL PANETTONE.....LA RICETTA!


A Milano il pane usato per le occasioni rituali era più tondo e grosso del solito, ricco e speciale, con uova, frutta, uva passa,canditi, spezie miele (lo zucchero divenne di uso comune nel 1800). Per aiutare la lievitazione e come devozione le donne, dopo aver lavorato l'impasto, vi tracciavano sopra, con la fede nuziale, un solco a forma di croce.Il nome Panettone viene spiegato in tanti modi. Lo scrittore Pietro Verri lo chiama "pane di tono" cioe' grande. Sembra che comparisse già sulle tavole del Duecento arricchito da miele, uva secca ma anche zucca.L'uvetta serve per augurare ai commensali fortuna e ricchezza: per forma, dimensioni e colore, ricorda infatti le monete d'oro (se siete tra quelli che la scartano, pensateci......)Una leggenda vuole che il merito dell'invenzione del Panettone spetti al nobile Ughetto Atellani ("Ughett", in dialetto milanuova, e incorporando poco alla volta tutta la farina rimasta. Lavorare con forza per 20 minuti facendo amalgamare tutti gli ingredienti ed ottenendo una pasta soda ed elastica. Alla fine aggiungere l'uvetta e i frutti canditi, facendoli aderire alla pasta. Ora dividere l'impasto in tre pezzi grossi quanto si desidera il volume dei panettoni ( se si usa come forno quello delle cucine normali è preferibile formare dei piccoli panettoni). Ungersi le mani di burro, arrotolare i pezzi, metterli su un foglio di carta imburrata e infarinata, e quindi su un'asse. Lasciarli lievitare per 6 ore, in un luogo caldo e asciutto. Non si possono stabilire con precisione le ore necessarie per una perfetta lievitazione, perchè sono moltissimi i fattori che incidono su di essa. Dopo le sei ore il volume dei dolci sarà aumentato più del doppio. Lasciarli al fresco per 10 minuti. Incidere sulla superficie di ogni panettone una croce e metterli in forno, riscaldato precedentemente,a una temperatura di 200°-220° molto distanziati l'uno dall'altro.Dopo soli 5 minuti di cottura, metter il rimanente burro, a dadini, sulla croce incisa sui panettoni, sfilati dal forno per qualche istante. Man mano che i panettoni si colorano, abbassare il fuoco, per non farli bruciare in superficie. ese, è l'uva passa) nel quattrocento. Secondo un'altra versione, fu un semplice garzone di fornaio, Toni, a inventare un dolce con ciò che riuscì a trovare per sostituire quello del suo padrone (venuto male) in un banchetto ("il pan de Toni", appunto).Ma dobbiamo all'industria il fatto che il Panettone sia diventato il dolce di Natale di tutti gli Italiani e sia ora famoso in tutto il mondo. Negli anni 50 due imprenditori dolciari milanesi, Angelo Motta e Gino Alemagna, furono impegnati un una "gara" all'ultimo dolce. Al primo si deve l'invenzione del panettone alto (facendolo cuocere in pirottini di carta che fasciano l'impasto e ne favoriscono la crescita verticale), come lo conosciamo oggi, per renderlo diverso da quelli preparati in altre pasticcerie milanesi. ( tratto da "Il re di Milano" di Mariateresa Truncellito)E ora, dopo aver saputo tutto, o quasi, sulle origini del Panettone che ne direste di provare a farlo con le vostre mani? Ecco la ricetta e.... buon lavoro!Ingredienti per tre panettoni di 1 kg:farina bianca 1,350kg 400 gr di burro 300 gr di zucchero semolato 200 gr di uvetta sultanina 250 gr di lievito di pasta di pane 50 gr di arancia o cedro candito a pezzettini 15 uova salePer la preparazione del panettone occorre esperienza notevole in paste lievitate, ma soprattutto un luogo ideale, caldo, asciutto e senza correnti d'aria.Infarinare un tovagliolo e avvolgervi il lievito di pane; lasciarlo lievitare per due ore in luogo tiepido e senza umidità. Raddoppierà di volume. Versare sulla spianatoia 150 gr di farina, disposta a fontana e sbriciolarvi il lievito di pane, sciogliendolo con un po' di acqua tiepida. Incorporare man mano la farina, formando così un impasto morbido ed omogeneo; formarne un panetto, coprirlo con un tovagliolo, dopo averlo messo in una terrina infarinata a riposare per 3 ore. Trascorso questo tempo, mettere sulla spianatoia 130 gr di farina, sempre a fontana, disponendovi nel centro la pasta lievitata nelle tre ore. Sciogliere la pasta di lievito con qualche cucchiaio di acqua tiepida e unire la farina. Impastare energicamente per qualche minuto e formare nuovamente una palla, da disporre nello stesso modo, in una terrina a lievitare, sempre coprendo però per 2 ore. Tagliare a dadini il cedro e l'arancia candita, far ammorbidire l'uvetta in acqua tiepida per un quarto d'ora, poi scolare e far asciugare bene. A parte far sciogliere 300 gr di burro, senza farlo friggere.In un altro recipiente far sciogliere lo zucchero con due dita di acqua calda e poi unirvi mescolando con una frusta i 12 tuorli e le 3 uova intere e lasciar cuocere a bagnomaria per intiepidire il composto.Versare a questo punto sulla spianatoia, 1 kg di farina e aggiungere due cucchiaini di sale fino, mescolare alla farina e disporre il tutto a fontana. Trascorse già le due ore, prendere la palla lievitata e porla al centro della farina, unire il burro fuso, stemperando molto bene. Aggiungere lo sciroppo di zucchero fuso.



Arlecchino , la maschera italiana più famosa del mondo è di Bergamo!

Arlecchino è senza dubbio la maschera più famosa del mondo, la più imitata, la più ingenua e la più ammirata dai bambini.Sarà per il suo abito a colori, che in bellezza non sarà mai superato da nessuno (super stilisti italiani compresi),sarà per la sua origine povera, sarà per i suoi mille colori ma quando si parla del servo bergamasco tutti sorridono e provano un senso di tenerezza misto a felicità.Vuole la leggenda che Arlecchino sia nato ad Oneta, piccolo paese vicino a Bergamo e che la mamma, povera donna, cucì per lui questo abitino colorato mettendo insieme tutte le toppe che trovava in giro per la casa.Ma questa è solo il racconto più dolce, quello che più fa breccia nelle menti dei bambini poco abituati a vivere la durezza della vita!In verità ci sono versioni sulla nascita di questa maschera che segna l'inizio della Commedia Teatrale Italiana del '500 molto meno tenere!Per i più grandi la leggenda vuole che nel 1356 il Conte Lovence scoprì un suo servo rubare e volle punirlo. Per punirlo lo bastonò e lo face girare per il bergamasco sul dorso di un asino vestito di toppe, così da renderlo ridicolo agli occhi di chi lo incontrava. Il vestito però piacque molto e da allora alcuni giovani bergamaschi, per le feste, decisero di vestirsi come lui.Ma non è finita qui. Nessuno lo crederà mai ma per molti Arlecchino è...un demonio! Lo racconta Dante, che incontra un Diavolo di nome Alichino nella quinta bolgia dell'ottavo cerchio dell'inferno e lo testimonia la sua maschera, con una grossa protuberanza sulla fronte uguale alle corna del diavolo!Ma nessuno, penso, racconterà mai questa versione ai suoi bambini...Di certo l'influenza che la maschera ha dato all'immagine della città è davvero forte: dai carri ai distributori automatici, Bergamo si veste dello stesso abito di Arlecchino! Ed è una festa di colori!

Brighella, l'antagonista di Arlecchino

Servo come Arlecchino, ma il suo cotrario come carattere.Brighella è servo, nato a Bergamo e compare di Arlecchino. Ma è l'opposto del suo più famoso compare. Già il vestito rappresenta una prima antitesi caratteriale: Arlecchino è colorato, simbolo di libertà. Brighella è vestito con la livrea di colore bianco e con strisce verdi, metafora di appartenenza al padrone.Brighella è astuto, scaltro e affarista. Arlecchino è buono, semplice e ingenuo.Brighella è di Bergamo alta, Arlecchino è di Bergamo Bassa.Arlecchino è bastonato dal padrone ed è l'ultimo dei servi. Brighella è invece il capo e con il padrone è servile.Arlecchino è agile fisicamente (serve ad evitare le bastonate). L'agilità di Brighella è nel pensare.